Riciclo dell’alluminio: un processo sostenibile e a basso impatto ambientale

Il riciclo dell’alluminio, lo abbiamo sentito dire davvero mote volte, è un processo sostenibile e a basso impatto ambientale. Perché? Ottenere alluminio dal riciclo di oggetti esausti consente un risparmio energetico del 95% rispetto alla produzione da materia prima, in altre parole l’energia utilizzata dall’industria del riciclo è pari al 5% rispetto a quella necessaria nel processo estrattivo e di produzione, che comincia dalla bauxite.

Questo perché le miniere di bauxite, il minerale con la maggior concentrazione di alluminio, sono generalmente sotto il livello del suolo e si trovano spesso in luoghi isolati rispetto alle fabbriche dove la bauxite viene poi lavorata.

Al contrario, il processo di riciclo dell’alluminio utilizza solo il 5 per cento dell’energia complessiva utilizzata per la produzione di alluminio primario dalle miniere, abbattendo così i costi ambientali ed economici.

Nell’economia di riciclo il ruolo dell’alluminio è davvero fondamentale, in termini ambientali e di sostenibilità anche industriale. È un metallo leggero e duttile, per questo trova applicazione in numerosi ambiti industriali.

Riciclare l’alluminio ha, infatti, un costo energetico contenuto e di conseguenza un basso impatto ambientale. Si stima che per ricavare dalla bauxite 1 kg di alluminio siano necessari 14 kWh, mentre per ricavare 1 kg di alluminio nuovo da quello esausto e recuperato servono solo 0,7 kWh di energia. Davvero un notevole risparmio in termini energetici.

L’alluminio riciclato viene impiegato in molti settori industriali, a partire da quello automobilistico. La quasi totalità dell’alluminio utilizzato per la produzione dei cerchioni degli pneumatici deriva da materia prima riciclata, così come il 30% di quello che viene utilizzato per la produzione di pistoni e cilindri, o ancora il 40% di quello che viene impiegato nella struttura complessiva delle automobili.

Ma come avviene questo viaggio dell’alluminio dalla nostra spazzatura fino alla nuova vita? L’alluminio recuperato da scarti industriali o da altre fonti di raccolta differenziata viene preso in carica da impianti specializzati in cui avviene la separazione ed un primo trattamento. Vi state chiedendo che cosa si ricicla come alluminio? Per prima cosa accertatevi di conoscere appieno la normativa del vostro comune che vi indicherà dove riciclare l’alluminio e come.

Alcune regole generali possono però essere sempre utili, così come ben spiegate da CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio): sono oggetti in alluminio, e quindi possono essere smaltiti nel contenitore della raccolta differenziata:

  • i tubetti deformabili (senza capsula di chiusura);  
  • le lattine per bibite;  
  • alcune bottiglie;
  • le scatolette, vaschette e lattine in cui sono venduti carne o pesce, legumi, cibo per animali;
  • le bombolette spray (avendo cura di togliere il tappo in plastica lasciando invece l’erogatore);
  • le vaschette per la cottura e conservazione dei cibi.

Non solo: possono essere riciclati anche

  • il foglio d’alluminio (sia la cosiddetta “carta stagnola”, sia i fogli che avvolgono per esempio le tavolette di cioccolato);
  • i tappi a vite delle bottiglie di acqua, succhi di frutta, olio o liquori;
  • le capsule di protezione a chiusura delle bottiglie (come le “gabbie” che avvolgono il tappo dello spumante);
  • i coperchi o chiusure varie (come il coperchio dello yogurt o delle capsule del caffè).

Non è necessario lavare i contenitori, l’unica accortezza è di rimuovere gli eventuali residui di cibo o di altro prodotto, cosa estremamente facile per i liquidi e per i contenuti dei tubetti, che deformandosi possono essere spremuti fino all’ultima goccia.

Il primo passaggio nell’impianto di riciclo prevede la separazione dell’alluminio da qualsiasi altro materiale metallico o diverso attraverso un separatore magnetico che cattura anche i residui più piccoli (nel caso di packaging sottili, come i fogli di alluminio o le carte dei cioccolatini è buona abitudine “appallottolarli” per facilitare il lavoro dei sensori).

L’alluminio così ottenuto viene pressato e compresso in forma di balle, pronto per essere sottoposto ad un controllo qualità e poi ad un primo trattamento in fonderia alla temperatura di circa 500°, limite inferiore al punto di fusione dell’alluminio, in modo che siano eliminate tracce di sostanze aderenti o vernici.

Questo procedimento avviene in impianti altamente tecnologici, dove vengono rispettati i più alti standard qualitativi e di sicurezza in termini di emissioni aeree e di rispetto delle normative ambientali. La maggior parte delle sostanze organiche che possono essere presenti come emulsioni oleose o residui alimentari vengono eliminati attraverso un processo di ossidazione termica e di essicazione. Tutto il processo di “purificazione” degli scarti di alluminio avviene senza la necessità di nessun trattamento chimico né l’utilizzo di sostanza inquinanti.

L’ultimo passaggio utile al riciclo dell’alluminio è la fusione che avviene alla temperatura di 800° C. Da qui si origina una colata di alluminio fuso liquido che viene trasformato in lingotti, pronto per rientrare nel processo produttivo industriale, ed essere utilizzato secondo gli usi previsti e regolamentati dalla normativa italiana ed Europea.

Questo processo di riciclo sembra un viaggio in un laboratorio alchemico, dove dalla spazzatura come per magia può rinascere una materia preziosa, pronta a “rivivere” e trasformarsi in nuovi oggetti. Come in una vera favola moderna.

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